Rischi privacy per la conservazione delle e-mail: cosa prevede il Garante
嗯,用户让我总结一篇文章,控制在一百个字以内,而且不需要特定的开头。首先,我需要理解文章的内容。看起来这篇文章是关于意大利数据保护机构最近发布的两个法令,涉及企业邮箱管理的问题。 文章提到了两个具体案例,一个是前员工离职后邮箱仍然活跃,另一个是大学教授离职后邮箱被滥用。这两个案例都导致了数据保护机构的介入,并且在第二个案例中还处以了罚款。 接下来,文章详细说明了数据保护机构的要求,比如离职后及时关闭邮箱账户,避免自动转发邮件,以及提供内部规定和隐私政策。此外,还提到了区分行政存档和技术托管的重要性,以及在线发布文件的规范。 最后,文章强调了数据保护官和隐私经理的责任,包括制定管理流程、确保合规等。整体来看,文章主要是在指导企业如何正确管理员工邮箱以符合数据保护法规。 现在我要把这些要点浓缩到100字以内。首先确定主题:意大利数据保护机构对员工邮箱管理的新规定。然后包括关键点:及时关闭账户、禁止自动转发、内部规定、区分存档类型、合规发布文件、数据保护官的角色。 这样组合起来应该可以简洁明了地表达文章的核心内容。 </think> 意大利数据保护机构通过最新法令规范企业邮箱管理,要求离职员工账户及时关闭并禁止自动转发邮件;强调内部规定和隐私政策的重要性;区分行政存档与技术托管;规范在线文件发布;要求数据保护官和隐私经理确保合规操作。 2025-12-15 14:46:34 Author: www.cybersecurity360.it(查看原文) 阅读量:1 收藏

I recenti provvedimenti n. 364 del 23 giugno 2025 e n. 386 del 10 luglio 2025 del Garante per la protezione dei dati personali riguardano una questione che sembra aver difficoltà a trovare un congruo baricentro e spesso relegata a mera questione tecnica: la gestione delle caselle di posta elettronica nominative.

Dalla disamina di tali Provvedimenti emerge l’indicazione per i Titolari a non trattare la gestione di tali caselle come un fatto meramente amministrativo, ma di un ambito in cui si riflettono diritti fondamentali, principi costituzionali e regole europee sulla protezione dei dati.

Conservazione delle e-mail: gli interventi del Garante privacy

Il primo caso esaminato riguarda il reclamo presentato al Titolare da una ex dipendente perché, dopo la cessazione del rapporto di lavoro (marzo 2023), la sua casella di posta aziendale è rimasta attiva per diversi mesi ed è stata utilizzata con inoltro automatico dei messaggi verso altri account aziendali.

La società ha giustificato la scelta con esigenze operative e commerciali, sostenendo anche che l’indirizzo fosse “anonimo” e che non si trattasse di un vero dato personale.

La seconda fattispecie riguarda il reclamo di un docente universitario cessato dal servizio, al quale erano state revocate le credenziali di accesso.

Nonostante ciò, la sua casella di posta elettronica è rimasta attiva per un biennio, accumulando messaggi in entrata e trattenendo quelli in uscita, fino alla tardiva disattivazione, che solo allora ha iniziato a restituire ai mittenti, fino ad allora inconsapevoli e magari in attesa di riscontro, il messaggio di mancata consegna.

A questo episodio si è aggiunta la pubblicazione online di atti endoprocedimentali riferiti al docente, senza base normativa che ne imponesse la diffusione, nonché una gestione inadeguata delle richieste da lui avanzate all’amministrazione.

In entrambi i casi il Garante ha dichiarato l’illiceità del trattamento e nel secondo risulta anche imposta una sanzione pecuniaria.

Requisiti minimi per la corretta conservazione delle e-mail

Aldilà delle misure adottate dal Garante nei due casi, ciò che qui preme osservare sono le indicazioni che emergono dai dispositivi dei Provvedimenti e che costituiscono dei requisiti minimi che andrebbero osservati.

Dalla disamina del Provvedimento 364 emerge che:

  1. l’account individualizzato riconducibile a una persona va disattivato in tempi ragionevoli dopo la cessazione del rapporto di lavoro;
  2. è possibile solo predisporre sistemi automatici che informino i terzi e indichino un nuovo recapito, ma non è ammissibile il reindirizzamento delle mail, che comporta l’accesso a corrispondenza personale;
  3. andrebbe fornita un’informativa e adottato un regolamento interno “relativo all’utilizzo degli strumenti informatici nell’ambito del rapporto di lavoro, con particolare riferimento alla gestione della posta elettronica”.

Tali aspetti sono corroborati dalle indicazioni desumibili dal Provvedimento 386 secondo cui non occorre un accesso abusivo o la lettura indebita delle comunicazioni per configurare un trattamento illecito. È sufficiente la conservazione eccedente e non necessaria delle email per violare principi basici quali liceità, correttezza, proporzionalità e limitazione della conservazione.

Mantenere dati senza finalità giustificata equivale a spostare la posta elettronica da strumento di lavoro a bacino incontrollato di informazioni, sottratto a logiche di responsabilità.

Quindi occorre non solo proteggere l’ex lavoratore ma anche i terzi che, scrivendo a un indirizzo inattivo, finiscono inconsapevolmente per consegnare i loro dati a un contenitore che non ha più alcuna ragione di esistere.

Il rispetto della riservatezza deve quindi estendersi anche a chi comunica dall’esterno, evitando che i messaggi cadano in un limbo di conservazione ingiustificata.

Distinzione tra archiviazione amministrativa e mera custodia tecnica

Un punto essenziale del secondo Provvedimento riguarda la distinzione tra archiviazione amministrativa e mera custodia tecnica.

Se un documento ha valore giuridico o amministrativo, deve essere protocollato ed entrare nei sistemi ufficiali di gestione documentale. Lasciarlo semplicemente nella mailbox di un dipendente cessato equivale a una conservazione informale e priva di garanzie, che il Garante considera incompatibile con il principio di trasparenza.

È questo un passaggio su cui occorre soffermare l’attenzione e che aiuterebbe anche a superare le difficoltà tecniche ventilate spesso di gestione per tempo limitato dei metadati.

Se una email ha rilevanza documentale, anche se pervenuta a un dipendente, occorre che vengano date istruzioni per farle confluire nel sistema di gestione documentale.

Il tema della pubblicazione online

Il Provvedimento 386 dedica attenzione anche al tema della pubblicazione online, chiarendo che la trasparenza amministrativa non è un lasciapassare per diffondere qualunque atto.

Solo i documenti espressamente previsti dalla legge, come le graduatorie finali, possono essere resi pubblici.

Diversamente, la divulgazione di atti interni o procedimentali si traduce in un trattamento sproporzionato e potenzialmente lesivo della reputazione degli interessati.

Procedure organizzative di competenza di DPO e privacy manager

I pronunciamenti in esame del Garante offrono spunti per alcuni adempimenti che andrebbero recepiti nelle procedure organizzative e che dovrebbero essere presidiati, per i profili di competenza, da DPO e da privacy manager:

  1. regolamentare il ciclo di vita delle caselle di posta elettronica messe a disposizione dei dipendenti;
  2. disattivare subito le caselle nominative alla cessazione, attivando solo per breve tempo un messaggio automatico che indichi, per questioni di lavoro, contatti alternativi;
  3. protocollare e archiviare i messaggi rilevanti secondo le regole ufficiali, evitando la permanenza in mailbox inattive;
  4. definire regole di conservazione e cancellazione tracciabili;
  5. pubblicare online solo gli atti previsti dalla legge, come graduatorie finali;
  6. dare risposte complete e tempestive alle richieste degli interessati secondo il GDPR;
  7. selezionare fornitori che offrano soluzioni conformi, con retention configurabili, cancellazioni certificate e tracciabilità delle operazioni;
  8. garantire informative aggiornate.

La lezione del Garante

I due Provvedimenti rappresentano un promemoria per i titolari del trattamento: la violazione della privacy non nasce solo da intrusioni evidenti, ma anche da inerzie silenziose, dalla tendenza a conservare per abitudine ciò che non ha più ragione di restare.

Trasformare la posta elettronica da rischio latente a strumento coerente di una gestione responsabile significa adottare scelte consapevoli, documentare i processi e garantire un dialogo costante tra i diversi soggetti organizzativi coinvolti.

Inoltre, l’azione del DPO non deve ridursi a una supervisione formale, ma diventare leva culturale per ricordare, in primis al privacy manager, che la gestione della corrispondenza digitale è parte integrante del rispetto dei diritti fondamentali.

Solo così la memoria digitale potrà essere amministrata come risorsa evitando rischi (inutili).


文章来源: https://www.cybersecurity360.it/legal/privacy-dati-personali/rischi-privacy-per-la-conservazione-delle-e-mail-cosa-prevede-il-garante/
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