Per molte aziende, la domanda non è più se investire in sicurezza, ma come farlo in modo sostenibile. Costruire un SOC interno o affidarsi a un servizio MDR non è solo una scelta tecnologica: è una decisione strategica che influenza la capacità dell’organizzazione di maturare nel tempo.
Secondo il 2024 Designing and Building Modern Security Operations Survey di Gartner, il 92% dei leader di sicurezza dichiara di conoscere e comprendere la funzione SecOps della propria organizzazione. Tuttavia, la consapevolezza non basta: tra conoscenza e reale maturità operativa c’è ancora un divario significativo. Molte realtà faticano a sviluppare un SOC realmente efficace a causa di vincoli di risorse, entropia decisionale e sovraccarico operativo. In altre parole, team sovraccarichi di lavoro ma con risultati inferiori alle aspettative. È un limite strutturale che rende difficile mantenere nel tempo capacità di monitoraggio 24/7, risorse L1-L3 dedicate e processi di incident response sempre aggiornati.
Un SOC interno può trasmettere la sensazione di un controllo più diretto e di una maggiore autonomia, ma richiede una struttura complessa: analisti operativi 24/7, piattaforme tecnologiche e processi di risposta e aggiornamento continuo. È un modello che funziona bene solo quando c’è massa critica e disponibilità costante di competenze, risorse e tempo. E proprio qui si manifesta la sfida più grande: mentre le organizzazioni puntano a far evolvere la propria funzione SecOps, spesso si trovano intrappolate in un sistema che consuma più energia di quanta ne restituisca in valore.
L’MDR come leva di maturazione
Un servizio MDR evoluto non si limita a rilevare e rispondere agli incidenti: accelera la crescita della postura di sicurezza aziendale. Ogni alert gestito, ogni indagine condotta, ogni raccomandazione condivisa diventa un’occasione di apprendimento.
Grazie alla visione trasversale maturata su centinaia di ambienti diversi, gli analisti MDR portano prospettive e best practice che un SOC interno, isolato nella propria esperienza, faticherebbe a sviluppare. Questo significa trasformare gli eventi di sicurezza in momenti di consapevolezza, capaci di migliorare configurazioni, processi e comportamenti. Nel tempo, il rapporto con la sicurezza cambia natura: da “servizio gestito” a partnership strategica che evolve insieme all’azienda.
Come osserva Gartner, sempre nella Designing and Building Modern Security Operations Survey, integrare threat hunting, operational threat intelligence e digital forensics rappresenta una delle cinque iniziative con il miglior ROI per i prossimi due-tre anni: attività fondamentali per reagire più velocemente alle minacce e rendere la difesa più proattiva. Un MDR maturo incorpora già questi elementi, aiutando le organizzazioni a colmare il gap di maturità senza sovraccaricare i team interni.
La forza dello stack tecnologico
Un altro elemento chiave che distingue un MDR maturo è la tecnologia su cui si basa. Quando il provider sviluppa e integra un proprio stack tecnologico, ottimizzato per la detection, la correlazione, l’applicazione di dati di threat intelligence e la risposta, l’azienda cliente beneficia non solo di un servizio, ma di un ecosistema e di una architettura tecnologica in continua evoluzione. Questo porta vantaggi concreti:
- Accesso a soluzioni avanzate che un singolo SOC interno difficilmente potrebbe implementare o mantenere autonomamente.
- Aggiornamenti e miglioramenti continui, frutto dell’esperienza cumulata su più ambienti e dell’analisi di minacce reali.
- Integrazione fluida con i sistemi esistenti, grazie a un approccio progettato per adattarsi a realtà eterogenee, on-premise o cloud.
- Metriche e visibilità centralizzata, che permettono di misurare nel tempo la maturità della postura di sicurezza.
In questo modo, lo stack tecnologico dell’MDR diventa una leva di crescita condivisa: ciò che viene appreso in un ambiente viene trasferito e tradotto in miglioramenti per tutti i clienti. L’azienda non compra una “soluzione statica”, ma entra in un ecosistema che evolve insieme alle minacce — e quindi anche insieme al proprio livello di maturità.
La forza dell’esperienza condivisa
Dietro un servizio MDR ci sono analisti ed esperti di cybersecurity certificati che vivono ogni giorno la realtà del contrasto agli attacchi: GCIA, GCIH, OSCP, CISSP — non solo titoli, ma esperienza concreta accumulata su centinaia di incidenti, investigazioni forensi e attività di threat hunting. Lavorando in team multidisciplinari, questi professionisti mettono a fattore comune ciò che apprendono da ogni caso. Il risultato? Il cliente non riceve solo una risposta tecnica, ma un trasferimento continuo di conoscenza che si traduce in processi più solidi, policy più efficaci e decisioni più informate.
Il vantaggio che resta nel tempo
Mentre un SOC interno deve continuamente dimostrare di poter mantenere il ritmo di evoluzione delle minacce, un MDR cresce costantemente insieme al proprio ecosistema di intelligence, strumenti e competenze. Per l’azienda, questo significa maturare senza rallentare:
- Visibilità e risposta sempre aggiornate alle nuove minacce.
- Raccomandazioni concrete per migliorare la postura di sicurezza.
- Un ciclo virtuoso di apprendimento continuo che consolida la resilienza organizzativa.
La sicurezza non rappresenta un centro di costo, ma un fattore di crescita che aumenta la fiducia, la prontezza e la capacità decisionale del business.
Affidarsi a un MDR con esperti di cybersecurity eterogenei e certificati e una architettura tecnologica proprietaria: significa abbracciare un modello di sicurezza che evolve con l’azienda: proattivo, condiviso e capace di trasformare ogni possibile minaccia in un passo avanti verso la maturità.