Google ha rilasciato l’Android Security Bulletin con gli aggiornamenti di sicurezza di settembre per sanare diverse vulnerabilità che interessano il sistema operativo Android e le sue componenti.
Il più grave di questi problemi di sicurezza è una vulnerabilità critica del componente System che potrebbe portare all’esecuzione remota (prossimale/adiacente) di codice senza necessità di ulteriori privilegi di esecuzione e senza richiedere alcuna interazione dell’utente per lo sfruttamento.
La stessa Google ha avuto indicazioni anche su un possibile sfruttamento limitato e mirato di altre due vulnerabilità classificate come CVE-2025-38352 e CVE-2025-48543.
L’exploit delle vulnerabilità potrebbe consentire di condurre attacchi di tipo:
Come di consueto, l’Android Security Bulletin di settembre 2025 è stato suddiviso in due pacchetti cumulativi di aggiornamenti: il primo, catalogato come 2025-09-01 security patch level, riguarda le principali componenti del sistema operativo Android 13, 14, 15 e 16 con patch di sicurezza precedenti al mese di settembre 2025.
Il secondo, catalogato come 2025-09-05 security patch level, affronta e risolve i problemi di sicurezza identificati nei componenti hardware e dei fornitori closed-source.
Ulteriori dettagli sugli aggiornamenti dell’Android Security Bulletin di settembre 2025 sono disponibili sulla pagina dedicata.
Come dicevamo, il problema di sicurezza più grave corretto in occasione del rilascio dell’Android Security Bulletin del mese di settembre 2025 è stato classificato come CVE-2025-48539.
Identificato nel componente System, è una vulnerabilità RCE (Remote Code Execution) che potrebbe consentire a un eventuale attaccante l’esecuzione remota (prossimale/adiacente) di codice senza necessità di ulteriori privilegi di esecuzione.
La vulnerabilità, che interessa esclusivamente le versioni 15 e 16 di Android, ha ottenuto un indice di gravità critico in quanto non richiede alcuna interazione dell’utente per il suo sfruttamento.
L’Android Security Bulletin del mese di settembre 2025 interviene anche su altre due gravi vulnerabilità, classificate come CVE-2025-38352 e CVE-2025-48543 e che potrebbero essere sfruttate in rete in maniera limitata e mirata.
La prima, di tipo EoP (Elevation of Privilege), è stata identificata nel componente Kernel e potrebbe portare a un’escalation locale dei privilegi senza necessità di ulteriori privilegi di esecuzione. Non è richiesta, inoltre, l’interazione dell’utente per lo sfruttamento della vulnerabilità.
Anche la seconda vulnerabilità, classificata come CVE-2025-48543 è di tipo EoP ed è stata identificata nell’ambiente Android Runtime.
La vulnerabilità interessa le versioni 13, 14, 15 e 16 di Android e potrebbe portare a un’escalation locale dei privilegi senza necessità di ulteriori privilegi di esecuzione. E, anche in questo caso, on è richiesta l’interazione dell’utente per lo sfruttamento della vulnerabilità.
Seguendo le regole di responsible disclosure, Google non ha fornito ulteriori dettagli tecnici sulle tecniche di sfruttamento di entrambe le vulnerabilità: questo per consentire al maggior numero possibile di utenti di aggiornare i propri dispositivi prima che eventuali attaccanti inizino il loro sfruttamento attivo.
Nel bollettino di sicurezza pubblicato in occasione del rilascio dell’Android Security Bulletin di questo mese, Google sottolinea come lo sfruttamento di molti problemi di Android sia stato reso più difficile grazie ai continui miglioramenti apportati alle nuove versioni della piattaforma mobile.
Proprio per questo motivo, è essenziale, ove possibile, aggiornare i propri dispositivi alla versione più recente di Android.
È bene ricordare che Google ha già rilasciato tutte le patch di sicurezza Android ai propri partner con un mese di anticipo rispetto alla pubblicazione del bollettino di sicurezza, pubblicandole nel repository Android Open Source Project (AOSP).
Alcuni o tutti questi aggiornamenti, a seconda del dispositivo, possono essere applicati automaticamente tramite i servizi Google Play; altri, invece, potrebbero essere inviati all’utente sotto forma di un aggiornamento da parte dell’operatore o del produttore del dispositivo, e alcuni potrebbero non essere necessari.
I dispositivi Android più economici e meno aggiornati potrebbero non vedere mai gli aggiornamenti.
In tutti i casi, soprattutto quando i dispositivi vengono utilizzati in ambito aziendale e produttivo, è opportuno installare una buona soluzione di sicurezza (ancora meglio se integrata nell’eventuale client di Mobile Device Management per il controllo remoto e centralizzato dei dispositivi usati per lo smart working) in grado di garantire un elevato livello di protezione dei dati e delle informazioni riservate archiviate in memoria.
Per aggiornare un dispositivo Android, è sufficiente andare su Impostazioni/Sistema/Aggiornamento sistema e selezionare Controlla aggiornamenti. In alternativa, si può accedere al menu Impostazioni/Sicurezza e privacy/Aggiornamenti e selezionare Aggiornamento di sicurezza.
Da segnalare che, se il dispositivo utilizza ancora Android 10 o versioni precedenti, vuol dire che ha raggiunto la fine del ciclo di vita (EoL) da settembre 2022 (per la versione 10) e non riceverà le correzioni per i difetti di cui sopra. Analogamente per i dispositivi con Android 11, che ha raggiunto la fine del ciclo di vita lo scorso 5 febbraio 2024.
Tuttavia, alcuni aggiornamenti importanti potrebbero comunque essere distribuiti tramite gli aggiornamenti di sistema di Google Play: per scaricarli e installarli, accediamo al menu Impostazioni/Sicurezza e privacy/Aggiornamenti e selezioniamo la voce Aggiornamento di sistema di Google Play.
Le politiche di aggiornamento di Google prevedono che i dispositivi ricevano aggiornamenti per la versione di Android installata per almeno tre anni dalla data di introduzione sul Google Store, mentre gli aggiornamenti di sicurezza saranno garantiti per tre anni dalla data di introduzione nella versione statunitense del Google Store.
Per quanto riguarda, invece, la velocità di rilascio, se i dispositivi sono stati acquistati direttamente sul Google Store allora gli aggiornamenti arriveranno entro un paio di settimane, mentre per i modelli acquistati da rivenditori di terze parti potrebbe volerci più tempo, come indicato sul sito di supporto di Google per Android.