Sfruttare l’intelligenza artificiale e il machine learning per una difesa cyber proattiva
现代网络安全威胁日益复杂化与快速化,传统SIEM系统难以应对海量数据与快速攻击。新一代SIEM结合AI与机器学习技术,提升威胁检测与响应能力,并优化安全分析师的工作体验。 2025-8-29 14:3:26 Author: www.cybersecurity360.it(查看原文) 阅读量:13 收藏

Man mano che lo scenario delle minacce informatiche moderne diventa sempre più complesso aumentano anche le sfide per i professionisti della sicurezza.

Gli avversari sono sempre più veloci – come dimostrato dal breakout di eCrime più rapido registrato nel 2024, che ha impiegato solo 51 secondi – e stanno diventando ancora più sofisticati, sfruttando sempre più l’intelligenza artificiale (AI) per operare in modo più veloce, furtivo e scalabile.

Le tecnologie legacy da sole non riescono a tenere il passo. I sistemi SIEM (Security Information and Event Management) sono da tempo la spina dorsale delle operazioni di sicurezza informatica, offrendo una visione centralizzata delle minacce su tutta la rete.

Tuttavia, molti di questi sistemi legacy oggi arrancano sotto il peso delle esigenze moderne. La quantità di dati generata è esplosa, creando enormi bacini di informazioni che superano di gran lunga le capacità di elaborazione dei SIEM tradizionali.

Il risultato? Le attività di rilevamento e risposta vengono rallentate, lasciando agli avversari più tempo e spazio per causare danni.

Le organizzazioni sono sotto pressione per riequilibrare il campo di gioco. Questo significa adottare tecnologie moderne, inclusi AI e machine learning (ML), per rilevare, indagare e infine prevenire attacchi sofisticati. Ed è proprio qui, all’intersezione tra innovazione e urgenza, che emerge la nuova generazione di SIEM come abilitatore fondamentale della difesa cyber moderna.

Lo stato dei SIEM legacy

Con tempi di breakout che si misurano in secondi, e non più in minuti o ore, la capacità di fermare una violazione dipende dalla velocità delle operazioni di sicurezza. Purtroppo, i SIEM legacy sono troppo lenti e troppo complessi per fornire i risultati richiesti dalle organizzazioni moderne. Invece di potenziare i team di sicurezza, diventano spesso enormi depositi di dati che costringono gli analisti a setacciare manualmente molteplici fonti, interfacce e console per trovare segnali significativi.

Questo fenomeno, spesso definito come “sindrome della sedia girevole”, crea inefficienze in ogni fase del ciclo di vita delle minacce. I professionisti della sicurezza si trovano a passare continuamente da una piattaforma SIEM a strumenti di rilevamento, soluzioni di risposta e tecnologie di orchestrazione, cercando disperatamente di connettere i puntini.

Nel frattempo, gli aggressori sono già all’interno dell’ambiente, si muovono lateralmente o estraendo i dati.

Molti prodotti alternativi ai SIEM, che si presentano come soluzioni leggere e agili, promettono maggiore flessibilità, ma spesso deludono nelle funzionalità fondamentali come la ricerca in tempo reale, la visualizzazione avanzata dei dati o le capacità investigative approfondite.

Queste lacune compromettono la capacità del SOC (Security Operations Center) di agire con rapidità e sicurezza.

Le limitazioni dei SIEM legacy non sono solo tecniche: sono anche umane. Quando gli analisti sono sopraffatti, costretti a gestire montagne di allarmi e non supportati adeguatamente dagli strumenti, il rischio di burnout aumenta notevolmente.

In questo contesto, ritardi nel rilevamento e allarmi mancati non sono solo possibili, sono inevitabili.

La rivoluzione dell’IA

Mentre i sistemi legacy continuano a rallentare i team di sicurezza, gli avversari stanno avanzando rapidamente, sfruttando sempre più le tecnologie all’avanguardia per potenziare le proprie operazioni. Ma l’IA non è solo uno strumento per gli attaccanti: rappresenta anche un’opportunità di trasformazione per i difensori.

Questo cambiamento è già in atto. Quasi due terzi (64%) dei professionisti della cybersecurity hanno già esplorato o acquistato strumenti di intelligenza artificiale generativa per potenziare le proprie capacità.

Il motivo è chiaro: l’IA e il machine learning, se integrati correttamente nei sistemi SIEM di nuova generazione, possono aiutare gli analisti ad individuare ciò che è realmente rilevante. Invece di essere sommersi dai dati, i team dei SOC possono concentrarsi sui segnali rilevanti e accelerare la risposta agli incidenti.

L’IA eccelle nel filtrare enormi volumi di telemetria di sicurezza, correlare eventi apparentemente scollegati e far emergere anomalie che altrimenti passerebbero inosservate. Questo livello di intelligenza contestuale è inestimabile perché permette ai team SOC di dare priorità agli incidenti ad alto rischio in modo più efficace, ridurre i falsi allarmi e comprendere più a fondo le tattiche degli avversari.

Questo è particolarmente cruciale in un’epoca in cui gli attaccanti operano con una sofisticazione allarmante. Prendiamo ad esempio Scattered Spider — un gruppo eCrime noto per attacchi complessi su più domini — o Famous Chollima, un attore statale impegnato in campagne prolungate di minacce interne.

Per contrastare simili avversari, serve una tecnologia in grado di tenere il passo con le loro tecniche, tattiche e procedure e l’IA offre ai difensori questo vantaggio.

Trasformare l’esperienza degli analisti di sicurezza

Anche se la tecnologia in sé è impressionante, forse l’impatto più significativo dell’IA è la sua capacità di trasformare l’esperienza delle persone dietro agli schermi: gli analisti di sicurezza.

Per troppo tempo, i team SOC sono stati sommersi da un’enorme quantità di allarmi, bloccati da compiti ripetitivi e rallentati dalla proliferazione incontrollata di strumenti. Le soluzioni SIEM di nuova generazione, che integrano IA e automazione, offrono una via d’uscita che potenzia gli analisti, invece di estenuarli.

Queste soluzioni offrono una visibilità completa sul panorama delle minacce di un’organizzazione, permettendo il monitoraggio continuo e la rilevazione precoce di comportamenti malevoli, ma, soprattutto, riducono il carico cognitivo sugli analisti. L’IA agisce come un moltiplicatore di forza, non come un sostituto, automatizzando le attività di routine, accelerando il triage e facendo emergere intuizioni che manualmente richiederebbero ore (o giorni) per essere scoperte.

Questa partnership uomo-macchina è fondamentale. Le regole di correlazione e i modelli comportamentali integrati nei SIEM moderni migliorano la capacità degli analisti di rilevare minacce avanzate, lasciando però le decisioni critiche nelle mani dell’essere umano. Il risultato è una risposta più rapida, un pensiero più strategico e, soprattutto, una maggiore soddisfazione sul lavoro.

I team di sicurezza non sono più costretti a passare le giornate inseguendo falsi allarmi o cercando il proverbiale ago nel pagliaio digitale. Possono invece concentrarsi su compiti a più alto valore: comprendere il comportamento degli avversari, rafforzare le difese e perfezionare i piani di risposta agli incidenti.

Questo cambiamento non è solo di valore operativo, ma è essenziale per trattenere i talenti in un settore già messo a dura prova dalla carenza di competenze e dal burnout.

Una nuova era della difesa informatica

L’integrazione di IA e ML nei sistemi SIEM rappresenta molto più di un semplice aggiornamento tecnologico: segna un cambiamento fondamentale nel modo in cui le organizzazioni si difendono dalle minacce informatiche.

I SIEM moderni, potenziati dall’IA, non si limitano a raccogliere e archiviare dati, ma offrono ai team di sicurezza la possibilità di agire e di farlo in fretta. Filtrando il rumore, evidenziando allarmi ad alta fedeltà e riducendo i tempi di rilevamento e risposta, consentono ai difensori di riprendere il controllo.

Per le organizzazioni disposte ad abbracciare questo sviluppo, i benefici vanno ben oltre un livello di sicurezza rafforzato. Si tratta di maggiore agilità, resilienza migliorata e, soprattutto, rinnovata fiducia nella capacità di affrontare un ambiente digitale sempre più ostile.

Tuttavia, il percorso verso una difesa guidata dall’IA non è un’implementazione una tantum. Richiede un approccio ponderato e graduale, che include l’addestramento continuo dei modelli ML con intelligence sulle minacce aggiornata, l’integrazione fluida con i flussi di lavoro esistenti e la formazione dei team SOC per lavorare efficacemente con strumenti potenziati dall’IA.

Il successo non risiede nel sostituire le persone, ma nel metterle nelle condizioni di operare al massimo del proprio potenziale.

La strada da seguire

In sostanza, il futuro della difesa informatica appartiene a chi saprà agire più velocemente, in modo più intelligente e proattivo. In questo senso, l’IA non è solo un altro strumento nell’arsenale, ma è anche un partner strategico.

Potenziando i professionisti della sicurezza, snellendo le operazioni e riducendo il rumore che offusca il processo decisionale, l’IA sta trasformando i SOC in funzioni più agili, efficaci e orientate all’essere umano.

La cyber security sarà sempre una partita ad alto rischio, ma con le giuste tecnologie e le persone giuste, messe in condizione di usare queste tecnologie, le probabilità non devono più pendere a favore degli avversari.


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