Mentre l’entusiasmo legato all’improvvisa e apparentemente rivoluzionaria comparsa di DeepSeek si sta placando, le imprese si ritrovano alle prese con molte domande sull’uso dell’AI generativa in ambito professionale.
In particolare, ci si chiede se l’AI generativa cinese rappresenti una minaccia specifica alla sicurezza, o se semplicemente evidenzi i rischi legati all’adozione crescente di chatbot AI e LLM (Large Language Model) user-friendly. La risposta, come spesso accade, è nel mezzo.
Ecco i rischi per le aziende legati alla Shadow AI.
Con molti di questi strumenti che richiedono poco più di un browser web per l’utilizzo, è sempre più difficile comprendere le tipologie di informazioni che vengono inviate e ricevute tra dipendenti e una quantità indefinita di applicazioni.
Quindi, se l’ascesa fulminea di DeepSeek può insegnare qualcosa, è la velocità con cui applicazioni potenti possano raggiungere il mercato e ottenere una diffusa adozione.
Se i controlli non sono abbastanza veloci per tenere il passo, si è esposti a un quantità elevata di rischi nascosti nell’ombra. Non a caso si parla di Shadow AI, per indicare un uso dell’intelligenza artificiale che sfugge ai controlli aziendali.
In breve, la Shadow AI è l’utilizzo di qualsiasi strumento di AI al di fuori di controlli e autorizzazioni dell’organizzazione, spesso senza che questa ne sia a conoscenza.
Mentre alcuni dipendenti mascherano intenzionalmente il loro utilizzo, molti altri le usano apertamente e in buona fede, spesso inconsapevoli dei rischi o del fatto stesso che stiano interagendo con un’AI generativa.
Provando a chiedere a un dipendente medio di nominare le applicazioni AI che usa ogni giorno, potrebbe rispondere ChatGPT, anche se in raltà ce ne sono molte altre, da Microsoft Copilot e Google Gemini a Claude, Grammarly, Otter e alcuni strumenti in Canva e GitHub.
Si tratta di applicazioni che offrono molti vantaggi, aiutando i dipendenti a lavorare in modo più rapido ed efficiente.
Ma è fondamentale essere a conoscenza di cosa i dipendenti condividono. Inoltre chi li utilizza, deve essere consapevole di come funzionano, come gestiscono i dati e dei numerosi rischi potenziali che pongono all’azienda.
Non sorprende che, non appena DeepSeek si è trovata al centro dell’attenzione mondiale, sia diventata un bersaglio per i criminali informatici. Qualsiasi applicazione che detiene e analizza dati finisce infatti nel loro mirino.
Se non si ottiene il controllo dell’utilizzo di questi strumenti, sarà difficile accorgersi di quanti dati siano stati compromessi, fino a quando non sarà troppo tardi.
La Shadow AI espone le aziende a numerosi rischi:
Non esiste una soluzione miracolosa quando si tratta di proteggere l’uso della Shadow AI.
Qualsiasi difesa informatica efficace deve essere multilivello, considerando in modo adeguato persone, processi e tecnologia. Ciò significa implementare controlli di accesso e dati incentrati sull’individuo, uniti a solide policy interne e commissioni di governance dell’AI per supervisione e guida.
Il primo passo è ottenere visibilità sul panorama della Shadow IT. Con strumenti Dlp (Data loss prevention) specializzati, è possibile tracciare l’utilizzo di oltre 600 siti di GenAI per utente, gruppo o reparto, identificare chi può accedere a dati cloud, email e calendari e monitorare l’utilizzo delle app in base al contesto di rischio dell’utente.
Una soluzione completa consente nel definire e applicare policy per l’utilizzo accettabile di GenAI, bloccando per esempio il caricamento di dati di valore, escludendo termini sensibili dai prompt AI e acquisendo metadati e screenshot prima e dopo l’uso delle applicazioni di GenAI.
Questi controlli devono essere abbinati a una formazione robusta e continua sulla consapevolezza dei dipendenti, affinché tutti in azienda siano in grado di comprendere i potenziali rischi associati alla Shadow AI, nonché i processi approvati per richiedere e utilizzare nuove tecnologie.
In questo modo, si può dare ai dipendenti ciò di cui hanno bisogno per svolgere il proprio lavoro, senza il rischio di perdere dati preziosi nell’ombra.