Ecco i primi effetti della recente ondata applicativa, tra le altre normative di recente uscite, e che ha visto diventare cogente il DSA prima (dal 17 febbraio 2024) e poi il DMA (dall’8 marzo 2024). Si tratta, come noto di due regolamenti europei decisamente impattanti sulle piattaforme europee cd “gatekeeper”, e all’appello non poteva mancare Meta con WhatsApp, lo strumento di “messaggistica istantanea” più popolare e adoperato anche nelle organizzazioni.
Così dall’11 aprile 2024 cambiano termini e condizioni dell’app nonché l’informativa sulla privacy, rivolgendosi a tutti i cittadini/utenti europei. Vediamo meglio scoprendo l’intero impianto.
Gli aggiornamenti di WhatsApp sono, quindi, in perfetta linea con le nuove politiche europee. Tra le novità troviamo che:
Così possiamo apprezzare i primi effetti delle ricadute applicative del DSA e del DMA. Gli aggiornamenti in questione sono operativi dall’11 aprile 2024, come da faq, e giungono come una ventata di novità.
Tra gli utenti c’è grande attesa per alcune nuove funzionalità come la trascrizione dei messaggi vocalinient’altro che il vocale fatto e finito, quindi tal quale ma convertito in testo,nonché l’arrivo di Meta Ai cioè un laboratorio di intelligenza artificiale che sviluppa diverse forme, comprese le tecnologie connesse alla realtà aumentata, e che permetterà agli utenti di interagire con il chatbot per conversare, al fine di creare sticker, suggerire connessioni e chat con i propri contatti.
Una delle funzioni più attese è proprio l’interoperabilità. In sostanza, WhatsApp per effetto del DMA è tenuta a rendersi accessibile alle altre app di terze parti, previo consenso. Ne discende che l’interoperabilità non avverrà di default, nel senso che saranno gli utenti a scegliere se scambiare i messaggi con servizi di terze parti, tramite “opt-in” (meccanismo con cui un utente/interessato accetta di ricevere informazioni via e-mail e quindi manifesta il proprio consenso).
Non mancano, tuttavia, i rischi e le incertezze: tra lo spam e la disponibilità di altre app, la nuova funzione potrebbe essere tanto un balzo in avanti quanto un boomerang, pensando ai potenziali “attacchi” di ritorno.
Il problema, ancora una volta, si traduce nelle ricadute vale a dire, oltre a tutto il resto (rispetto dei principi e dei diritti, nonché adempimenti dei doveri) quali misure di sicurezza sono poste a presidio delle app? Stiamo a vedere.
Altro cambio di passo importante risiede nell’età minima per poter utilizzare WhatsApp, abbassandola di ben tre anni. Quindi, non si dovrà più aspettare di diventare sedicenni per iscriversi alla nota piattaforma del network, poiché già a 13 anni sarà possibile farlo, come anche in altri Paesi del mondo.
Questo è l’effetto del DSA, tra gli altri aspetti. Si tratta di una previsione, peraltro, in linea con il GDPR che prevede un range tra i 13 e i 16 anni, ricordando che in Italia, in virtù del D.lgs. 101/2018 in armonizzazione e quindi modifica del previgente Cod. Privacy, l’età minima è di 14 anni, con un margine di tolleranza, da parte dei gestori dei social di utenti, anche di 13 anni, purché ci sia il “consenso dei genitori”.
Di qui, l’ultimo aggiornamento con cui al via per i tredicenni. Tuttavia, Meta fa sapere anche di avere messo a disposizione un video che intende sensibilizzare gli utenti specialmente più giovani, mettendoli in guardia affinché ne facciano un utilizzo responsabile.
Nella fattispecie, Meta suggerisce loro “cinque comportamenti” da attuare per la propria sicurezza, e cioè:
Più in generale, questa novità si pone in linea con quella già stabilita a livello mondiale.
Oltre agli altri due cambiamenti, ecco che il noto colosso americano annuncia anche un rafforzamento del meccanismo di trasferimento dati extra UE. Le modalità applicate alle informazioni relative agli utenti europei sono quelle previste dal recente EU-US Data Privacy Framework – DPF (2023).
A tal proposito, Meta ha annunciato la sua partecipazione al DPF UE-USA e Svizzera-USA, quale sistema regolatorio la trasmissione transfrontaliera di dati personali.
L’adesione al DPF garantisce che “i dati degli utenti europei e svizzeri siano trattati con lo stesso livello di protezione”, includendo tutto: dal numero di telefono agli indirizzi IP. Ciò vale anche per le utenze (a pagamento) cd “business” che WhatsApp mette a disposizione delle organizzazioni, le quali intendano operare in sicurezza.
Dalle faq in parola si apprende che il nuovo aggiornamento intende fornire agli utenti “aspettative” più chiare e promuovere un “ambiente digitale” più sicuro e trasparente.
Circa i termini di servizio leggiamo che Meta intende:
Tuttavia, nulla cambia per i messaggi e le chiamate personali pur sempre protetti dalla crittografia end-to-end, vale a dire quel metodo/sistema di comunicazione cifrata nel quale solo le persone che stanno comunicando tra loro in quel momento, possono leggere i messaggi.
Ecco, dunque, che l’utente il quale dal 12 aprile 2024 continuerà ad adoperare WhatsApp accetta tutti questi aggiornamenti. Se invece l’utente non intendesse accettarli, non potrebbe più adoperare l’app.
Per ulteriori dettagli in merito, di seguito i termini di servizio fatti di:
Per completezza, citiamo anche i Termini di servizio supplementari per i canali WhatsApp laddove per “canale” si deve intendere una “funzione di broadcast unilaterale facoltativa, diversa dai messaggi privati, sì progettata per aiutare gli utenti a seguire le informazioni provenienti da persone e organizzazioni importanti”, corredata di Informativa sulla privacy supplementare per i canali WhatsApp, cui si rinvia.
È noto che Meta rappresenti uno dei sei gatekeeper chiamati al rispetto dei regolamenti da poco usciti (DSA e DMA). Per questo, la big tech predispone questo aggiornamento e, tiene a precisare che “continuando a utilizzare WhatsApp dopo l’11 aprile 2024, l’utente accetta i presenti aggiornamenti ai nostri Termini di servizio nonché la Informativa sulla privacy”.
Tra i punti salienti, i cd “aggiornamenti chiave”, la conformativa normativa è in prima linea, e in particolare i:
Dal punto di vista di misure di sicurezza tecniche, nulla cambia rispetto a prima e all’aggiornamento risalente al 2021; quindi i messaggi e le chiamate personali continuano a essere protetti dalla cd “crittografia end-to-end”, quindi nessun altro, né tanto meno WhatsApp — che deriva dall’unione dell’espressione anglosassone “What’s up?” (Come va?) e App” quale applicazione — potrà leggere o ascoltarne il contenuto.
Ulteriori informazioni in materia di privacy e sicurezza per gli utenti più giovani su WhatsApp.
Vediamo ora cosa e come può fare l’utente sul fronte privacy.
L’utente può gestire le opzioni di volta in volta dopo aver creato il proprio account ove può gestire le sue scelte.
A proposito, WhatsApp tenendo in debita considerazione la privacy, informa l’utente di poter richiedere le informazioni del suo account da WhatsApp o “esportare manualmente la cronologia chat in qualsiasi momento”.
Ancora, l’utente attraverso la funzione “Richiedi informazioni sull’account” può richiedere ed esportare un “rapporto sulle informazioni e impostazioni” dell’account.
Si tratta di un report privo di alcun messaggio.
Su come richiedere le informazioni circa il proprio account consultare questo articolo.
É possibile esportare una copia della propria cronologia chat in qualunque momento; passaggio fattibile tanto su iPhone che Android.
Da ultimo, un cenno a come eliminare l’account. Si tratta di un processo non reversibile né altrimenti annullabile, nonostante fosse fatto per errore.
Per saperne di più in proposito, è possibile approfondire in quest’altro articolo.
Vediamo ancora, per quanto possa qui tornare utile, una semplice sinossi tra le due web App, da un lato WhatsApp e dall’altro Telegram.
FUNZIONALITÀ | TELEGRAM | |
Utenti attivi | 2 miliardi | 500 milioni |
Dimensione massima file | 100 MB | 2 GB |
Crittografia end-to-end | Di default per tutte le chat | Opzionale per le chat segrete |
Gruppi | Fino a 256 partecipanti | Fino a 200.000 partecipanti |
Canali | No | Sì |
Bot | Sì | Sì, più avanzati |
Multi-device | Sì | Sì |
Piattaforme | Android, iOS, Web | Android, iOS, Web, Windows, macOS, Linux |
Sicurezza | Considerata meno sicura | Considerata più sicura |
Privacy | Raccoglie più dati | Raccoglie meno dati |
Interfaccia | Più semplice | Più complessa |
Senza contare che se da un lato WhatsApp è largamente diffuso, dall’altro Telegram invece è più sicuro, offrendo maggiori funzionalità, a parere di chi scrive.
Dunque, quale app scegliere? Dipende. Non esiste una risposta univoca dal momento che molto fa in considerazione delle esigenze concrete, caso per caso.
ULTERIORI DETTAGLI | ||
Crittografia | uso di protocollo Signal per la crittografia end-to-end di tutte le chat. | |
Telegram | Uso di protocollo MTProto (meno sicuro) | |
Gruppi | fino a 256 partecipanti | |
Telegram | fino a 200.000 partecipanti | |
Canali | modo per trasmettere messaggi a un numero illimitato di follower | |
Telegram | ||
Bot | WhatsApp Telegram | per trasmettere messaggi a un numero illimitato di follower I bot piccoli programmi che possono essere utilizzati per automatizzare diverse attività. |
Multi-device | WhatsApp Telegram | Possibilità di utilizzare uno stesso account su più dispositivi/device. |
Quindi, con la recente introduzione ipertrofica normativa, ecco che la strategia si delinea via via in modo sempre più nitido:
Il Digital Services Act e il Digital Markets Act non a caso sono due significativi esempi di dette iniziative.
Pertanto, la necessità di rispondere adeguatamente a tali sviluppi si fa sempre più sentire. L’intento è evidente: garantire la conformità piena di WhatsApp alle nuove normative della UE tramite l’adozione di linee guida e politiche più chiare circa i contenuti consentiti e il comportamento degli utenti. Staremo a vedere.