Dal report di fine anno della Polizia Postale emerge che in Italia le truffe online hanno messo a segno 137 milioni di profitti illegali, registrando un incremento del 20% in dodici mesi.
“Prima di commentare i dati del rapporto”, sottolinea Pierluigi Paganini, analista di cyber security e CEO Cybhorus, “ritengo sia importante complimentarsi con l’immenso lavoro che svolgono con zelo e professionalità le forze nell’ordine”. Le persone denunciate nell’arco del 2023 in questo campo hanno superato quota 3.500.
Ecco i rischi in aumento.
Polizia Postale: +20% di profitti illeciti in un anno
Il falso trading online, con 360 casi e 188 persone denunciate, primeggia in classifica, ma a crescere sono financial cybercrime, pedopornografia online e reati contro la persona.
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“Le investigazioni online sono per loro natura complesse”, commenta Paganini, “e coinvolgono spesso contesti normativi e quadri giuridici internazionali profondamente diversi tra loro.
Le frodi finanziarie, come il falso trading online, continuano a crescere inesorabili. Queste specifiche attività criminale offrono lauti profitti e rischi minori rispetto ad altre attività criminali tradizionali”.
L’entità delle somme rubate con il falso trading online ammonta a 109.536.088 euro di profitti illegali. Quella delle truffe online è passata da 114 milioni del 2022 a 137 milioni di euro di profitti illeciti nel 2023.
“Grazie al modello cybercrime-as-a-service”, spiega Paganini, “un numero crescente di organizzazioni criminali guarda al crimine informatico come opportunità per reinvestire proventi da altre attività. Come evidenziato dal Procuratore Gratteri in Dicembre, i ‘Clan sono sempre più cyber'”.
Nel 2023 sono finite nel mirino del financial cybercrime 65 grandi, medie e piccole aziende in Italia: i criminali informatici hanno totalizzato oltre 19 milioni di euro di profitti illeciti, Di questi, la Polizia postale e delle comunicazioni è riuscita a recuperare 6 milioni di euro.
In ambito finanziario, la Postale ha registrato una “persistente diffusione di condotte predatorie realizzate attraverso campagne di phishing, consumate in danno di persone fisiche, piccole e medie imprese e grandi società, perpetrate tramite email”.
“Purtroppo, non si arresta la crescita di reati contro la persona”, come stalking, diffamazione online, minacce, revenge porn, molestie, sextortion, illecito trattamento dei dati. Paganini mette in guardia: “Sextortion e pedopornografia online sono piaghe difficili da eradicare. La maggioranza di questi reati non viene denunciata dalle vittime, per cui i dati di cui disponiamo ritengo siano la punta dell’iceberg”. Ecco i dettagli.
Pedopornografia online
Il Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online (Cncpo) ha registrato un aumento dei casi di sextortion, che mette sempre più a rischio i minori.
L’analisi ha riguardato 28.265 spazi web, di cui 2.739 già immessi in black list e oscurati a causa dei contenuti pedopornografici.
Cyberbullismo
Nel 2023 i casi di cyberbullismo sono stati 284. I minori segnalati all’Autorità Giudiziaria sono passati da 127 dello scorso anno a 104.
Ma cresce il numero di minori, con età inferiore ai 9 anni: sono 31, pari al 9% dei casi trattati dalla Polizia postale. Aumentano anche i casi di sextortion a danno dei minori, passati dai 130 casi del 2022 ai 136 del 2023.
Cyberterrorismo
La sezione Cyberterrorismo ha svolto un’importante attività di prevenzione dei fenomeni di radicalizzazione estremista religiosa e dell’eversione di estrema destra e antagonista. Superano i 178.000 gli spazi web oggetto di approfondimento investigativi, di cui 2.600 risorse digitali oscurate a causa della presenza di contenuti illeciti.
Non solo truffe online: gli attacchi alle infrastrutture critiche
Gli attacchi alle infrastrutture critiche sono in calo del 7%, per merito dei progressi nelle tecniche investigative e del monitoraggio esteso anche al dark web.
“Un solo dato mi lascia perplesso”, avverte Paganini, “ed è quello relativo alla diminuzione degli attacchi alle infrastrutture critiche che parrebbero diminuiti del 7%. La valutazione di questi attacchi passa inevitabilmente attraverso la definizione di infrastruttura critica”.
Infatti “gli attacchi alle infrastrutture critiche sono spesso lanciati da attori nation-state, le cui capacità rendono queste offensive di difficile individuazione. Temo quindi che la realtà possa essere molto differente, sicuramente non rappresentata da una riduzione del sette percento”, conclude Paganini.
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