È giunta oggi la notizia della morte dell’astronauta lunare Frank Borman, protagonista della storica missione Apollo 8, la prima a portare esseri umani a circumnavigare la Luna nel 1968.
Borman è morto il 7 novembre scorso a 95 anni a Billings, in Montana.
Durante il suo primo volo spaziale, nel 1965, restò per quasi quattordici giorni in orbita intorno alla Terra, rinchiuso nello strettissimo e caldissimo abitacolo della capsula Gemini 7 insieme a Jim Lovell. La missione era concepita per verificare se era possibile resistere fisiologicamente e psicologicamente nello spazio per il tempo necessario per una missione fino alla Luna e ritorno.
Nel corso del volo, di cui era comandante, Borman effettuò con Lovell il primo rendez-vous nello spazio, incontrando la Gemini 6A di Schirra e Stafford e volando insieme in formazione: anche questo era un obiettivo essenziale per dimostrare la capacità di due veicoli spaziali di incontrarsi in un punto preciso con velocità e traiettorie coincidenti, come sarebbe stato necessario per le complesse manovre di discesa verso la Luna nelle successive missioni Apollo.
Nel 1967 fece parte della commissione che ebbe il difficilissimo compito di appurare le cause dell’incendio della capsula Apollo 1 sulla rampa di lancio, costato la vita a tre suoi compagni (Ed White, Roger Chaffee e Gus Grissom).
Nel dicembre del 1968 fu comandante della missione Apollo 8 e volò intorno alla Luna insieme a Jim Lovell, con il quale aveva già condiviso due settimane di volo spaziale, e Bill Anders. Durante questa missione, i tre uomini trasmisero immagini televisive in diretta della Terra vista dalla Luna e furono i primi nella storia dell’umanità a vedere la Luna con i propri occhi da una distanza di circa cento chilometri, fotografandola in dettaglio e catturando la storica immagine della Terra che si staglia nel nero dello spazio sopra l’orizzonte lunare.
Non era la prima foto del suo genere, ma era la più bella della prima serie scattata da persone che erano lì a vedere quel panorama, e questo fece tutta la differenza. La foto divenne, ed è tuttora, uno dei simboli di quello che allora era il nascente movimento ecologista: aiutò a diffondere senza parole il concetto che la Terra è un gioiello fragile, un’oasi di vita in un universo ostile e inabitabile, e che se lo roviniamo non c’è nessun altro posto dove possiamo andare a ripararci. Non tutti, ancora oggi, sono riusciti a ficcarsi in testa questo semplice concetto.
Mai nessuno si era avventurato così lontano dalla Terra; ancora oggi, 55 anni dopo, sono solo 24 le persone che hanno raggiunto la Luna. È tempo di tornare. Ed è tempo, urgentemente, di mettere a frutto quella lezione di vita di oltre mezzo secolo fa.
La NASA ricorda Frank Borman con queste pagine biografiche.