Third-Party Risk Management (Tprm): come proteggere davvero la supply chain digitale
好,我现在需要帮用户总结一篇文章,控制在100字以内,而且不需要特定的开头。首先,我得仔细阅读文章内容,理解其主要观点。 文章主要讲的是数字化转型中企业使用“as-a-service”模式,依赖云服务和第三方供应商带来的便利性和灵活性。但同时也提到了这种依赖带来的风险,比如供应链攻击和数据泄露。接着,文章介绍了Third-Party Risk Management(Tprm)的重要性,包括它如何帮助企业识别、评估和控制第三方风险,并提到了相关的法规要求。 接下来,我需要将这些要点浓缩到100字以内。要确保涵盖数字化转型中的便利性、第三方依赖的风险、Tprm的作用以及法规要求。同时,语言要简洁明了,避免使用复杂的术语。 可能的结构是:先点出数字化转型带来的便利性,然后转折到第三方依赖的风险,接着说明Tprm的作用和必要性,最后提到法规要求的重要性。 这样组织起来应该可以控制在100字左右,并且准确传达文章的核心内容。 </think> 随着数字化转型的加速,越来越多的企业选择通过"as-a-service"模式利用云服务和第三方解决方案,以实现快速部署和灵活扩展。然而,这种模式也带来了对第三方供应商的高度依赖,进而引发潜在的安全风险。企业需要通过Third-Party Risk Management (Tprm)来识别、评估和管理这些风险,确保供应链的安全与合规,同时遵守日益严格的国际法规要求。 2025-10-30 08:3:35 Author: www.cybersecurity360.it(查看原文) 阅读量:4 收藏

Nel mondo digitale, in rapida evoluzione, sempre più aziende scelgono di lavorare con il modello “as-a-service” (ospitato su cloud).

Software gestionali, infrastrutture cloud, intelligenza artificiale: tutto accessibile con un semplice abbonamento, senza dover mettere sul tavolo ingenti investimenti iniziali. È comodo, veloce e flessibile, permette di scalare le risorse quando serve e di reagire in fretta ai cambiamenti del mercato.

Ma c’è un lato nascosto che spesso si sottovaluta: la dipendenza da fornitori esterni cresce e, di conseguenza, i rischi.

Senza una strategia chiara e solida di Third-Party Risk Management (Tprm), basta un singolo anello debole per mettere in ginocchio processi vitali, esporre dati sensibili e danneggiare irreparabilmente la reputazione aziendale.

Che cos’è il Third-Party Risk Management (Tprm)

Il Tprm è tutto il lavoro che un’azienda fa per conoscere, valutare e tenere sotto controllo i rischi legati ai suoi fornitori e partner esterni.

Ogni servizio, software, componente gestito da terzi rappresenta un potenziale punto di vulnerabilità. Lo abbiamo visto con attacchi famosi come quello alla catena di fornitura di SolarWinds (attacco hacker alla supply chain della piattaforma Orion di SolarWinds che ha consentito a un gruppo hacker, APT29 sostenuto dal governo russo, di spiare per mesi enti governativi USA e company di alto livello in tutto il mondo), dove un aggiornamento compromesso ha aperto la porta a grandi aziende e agenzie governative. O con REvil, un ransomware (il “virus del riscatto”) che ha sfruttato una falla in Kaseya per diffondersi a macchia d’olio tra centinaia di clienti.

E più recentemente, la vulnerabilità di MoveIt Transfer ha esposto dati riservati di università ed enti pubblici.

Tutto questo ci ricorda quanto la nostra sicurezza dipenda anche da chi lavora “dietro le quinte”.

Gli ecosistemi ibridi

A complicare ulteriormente le cose ci sono gli ecosistemi ibridi, molto comuni oggi.

Molti dati vivono ancora dentro i server interni, ma una grande quantità di applicazioni e servizi sono sparsi tra cloud pubblici e privati. Intanto, le pipeline di sviluppo software aggiornano continuamente librerie open-source e moduli esterni, creando nuove potenziali brecce.

Senza una mappatura precisa di tutti questi fornitori e senza strumenti di monitoraggio efficaci, è davvero difficile avere il polso della situazione e reagire in tempo a eventuali problemi.

Il Third-Party Risk Management (Tprm) come obbligo normativo

Il TPRM è diventato inoltre un obbligo normativo serio. Regole come il GDPR (il Regolamento generale sulla protezione dei dati dell’Unione Europea, in vigore nel 2018), la direttiva NIS2 (la normativa europea sulla cyber security che punta a migliorare la resilienza e la sicurezza delle reti e dei sistemi informativi della Ue) e il DORA (Digital Operational Resilience Act, il regolamento europeo che mira a rafforzare la resilienza operativa digitale del settore finanziario contro le cyber minacce) chiedono alle aziende non solo di proteggere i dati, ma di fare una vera due diligence sui fornitori.

Parliamo di audit, penetration test, valutazioni regolari e clausole contrattuali rigorose.

Saltare questi passaggi non è un’opzione: le conseguenze possono essere sanzioni pesanti e danni alla reputazione difficili da recuperare.

Il Tprm non è un peso

Se usato con lungimiranza, il Third-Party Risk Management (Tprm) può diventare un vantaggio decisivo.

Tenere un registro aggiornato dei fornitori, arricchito da indicatori di rischio sempre aggiornati, aiuta a vedere per tempo dove possono essere nascosti i problemi e a preparare piani d’emergenza efficaci.

Oggi, grazie all’automazione e all’intelligenza artificiale, esistono algoritmi in grado di individuare le anomalie, valutare quanto possono essere pericolose e suggerire azioni preventive prima che il problema diventi una crisi.

Mettere IT, procurement e compliance sullo stesso piano

In un mondo che corre veloce, disporre di dashboard intuitive e metriche chiare sui rischi aiuta a mettere tutti sullo stesso piano: IT, procurement e compliance.

È così che si costruisce una cultura aziendale basata sulla consapevolezza, dove il rischio non è un nemico, ma una realtà da gestire insieme.

Coinvolgere fin dall’inizio diversi team, organizzare formazione e simulazioni di incidenti fa capire che prevenire è possibile e che ogni persona in azienda gioca un ruolo fondamentale.

Le sfide future

Il futuro del Tprm sarà ancora più sfidante. Con la diffusione di Internet of Things e edge computing, i dispositivi connessi cresceranno a dismisura, così come i fornitori coinvolti, spesso con livelli di sicurezza molto diversi.

Il Tprm dovrà trasformarsi da semplice checklist a una rete digitale integrata, capace di coordinare dati, processi e responsabilità in modo chiaro e condiviso. E, non meno importante, dovrà integrare sempre di più i criteri ESG (ambientali, sociali e di governance), perché oggi investitori e clienti non vogliono solo conti a posto, ma trasparenza e sostenibilità.

Un programma Tprm efficace

Per mettere in piedi un programma Tprm davvero efficace, ecco i punti chiave:

  • conoscere i propri fornitori e classificarli in base al loro impatto e ai rischi associati, distinguendo fra servizi critici e di supporto;
  • inserire nei contratti standard chiari di sicurezza, frequenza di audit, modalità di intervento in caso di incidente e penali per inadempienze;
  • usare piattaforme di monitoraggio continuo per raccogliere segnali di anomalie, integrarsi con i sistemi aziendali e attivare automaticamente le risposte necessarie;
  • aggiornare regolarmente le valutazioni del rischio, considerando i cambiamenti normativi, tecnologici e di mercato, e testare i piani di continuità;
  • creare un team dedicato che coordini il Tprm, supportato da rappresentanti di IT,
  • procurement, legale e sicurezza, per allineare la strategia a obiettivi concreti;
  • promuovere formazione e consapevolezza con workshop e simulazioni, coinvolgendo anche fornitori e stakeholder per costruire una rete affidabile e collaborativa.

Third-Party Risk Management, il collante che tiene insieme la tua supply chain digitale

Affidarsi a fornitori esterni non è più un lusso, ma una necessità per innovare e competere. Però significa anche responsabilità.

Il Third-Party Risk Management è il collante che tiene insieme la tua supply chain digitale. Non è solo un modo per proteggersi, ma uno vero e proprio asset strategico che può trasformare una potenziale vulnerabilità in un punto di forza fatto di affidabilità, resilienza e crescita sostenibile.

Le aziende che sapranno integrare il Tprm nel proprio modo di lavorare non solo si tuteleranno dai rischi, ma costruiranno le basi per un futuro più sicuro, innovativo e responsabile.


文章来源: https://www.cybersecurity360.it/soluzioni-aziendali/third-party-risk-management-tprm-come-proteggere-davvero-la-supply-chain-digitale/
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