Sto seguendo un corso di difesa personale e la cosa non è di grande interesse. Il fatto è che i partecipanti di questi corsi sono per il 93% donne (i maschi vanno ai corsi di arti marziali). Quando partecipano, poi, una parte del lavoro dell'insegnante è far recuperare capacità motorie ormai dimenticate dal corpo.
La prima riflessione, non mia, riguarda le scelte diverse tra maschi e femmine. La difesa personale e la pratica di arti marziali hanno però obiettivi e applicabilità diverse. Infatti la difesa personale ha come obiettivo il mantenimento della propria integrità e quindi, in poche parole, la fuga; la pratica di arti marziali ha invece l'obiettivo del confronto sportivo, che però non può essere replicato tal quale in caso di aggressione al di fuori della palestra.
Non commento oltre questo l'atteggiamento maschile che presume una certa capacità di confronto violento anche in mancanza di esperienza diretta, però dà da pensare e penso che sia pericolosa. Alcuni casi di cronaca mi confermano l'analisi, ma non li conosco abbastanza per poterne essere sicuro.
La seconda riflessione riguarda le tante donne che hanno smesso, se mai hanno iniziato, un'attività motoria per ritrovarsi nel mezzo del cammin di loro vita un po' imbranate, incapaci di rotolare per terra (lasciamo perdere le capovolte che ormai neanche i ragazzini le sanno più fare), di rialzarsi da terra, di correre. Non ho dati, ma penso che anche questa rinuncia allo sport sia un segno di qualcosa che non va.
Per la cronaca: l'insegnante (donna) che ci ha raccontato delle difficoltà delle allieve femmine nei corsi di difesa personale ha anche aggiunto che, dopo la prima metà di un corso annuale di un'ora alla settimana, le partecipanti acquisiscono una buona motricità.