Lanciare un servizio o un prodotto è qualcosa di adrenalinico, scandito dal time-to-market per arrivare per primi a realizzare quello che è un progetto, un’ambizione o un’idea.
Quando si gioca all’interno degli scenari digitali i tempi sono accelerati, liquidi, pregni di quel leitmotiv mi serve entro ieri che porta a trascurare tutto ciò che rallenta la strategia o ne provoca una divergenza.
Quando il timore dello stallo porta ad applicare il pensiero dello skip tutorial ai test e alle verifiche di sicurezza cyber, si sta solo rinviando il problema (e lo stallo) ad un tempo futuro ed incerto.
Il che significa, sostanzialmente, scaricare tutti i rischi su chi usufruirà del prodotto o del servizio. Una sorpresa generalmente poco gradita, stando all’esperienza del senso comune.
Soltanto un bug hunter lo potrebbe infatti valutare come un gradito presente.
L’evoluzione del contesto normativo ha agevolato un approccio sicuro alla progettazione, basti pensare al percorso tracciato dal Cyber Resilience Act che mira a valorizzare la cybersecurity come elemento fondamentale nell’offerta dei prodotti digitali e non più come un accessorio.
Anche i settori in profonda trasformazione digitale come quello dell’automotive stanno dando priorità alla sicurezza integrata.
Tutto questo comporterà il posizionamento sul mercato degli attori in grado di garantire elevati livelli di protezione, tanto effettiva quanto percepita da parte dei consumatori.
Consumatori che sono sempre meno disposti a soprassedere sulla qualità della sicurezza cyber di ciò che viene loro proposto.
Nel tempo sono stati e saranno sempre meno tolleranti per chi avanza facili scuse per giustificare dei “lanci nel vuoto” di prodotti o servizi in cui i profili di sicurezza sono stati trascurati.
La fretta, si sa, è una cattiva consigliera. Motivo per cui non dovrebbe mai sedere ai tavoli di progetto, soprattutto se sostituisce i posti riservati ad aspetti essenziali come compliance e sicurezza.
Altrimenti, il lancio ci sarà ma l’atterraggio sarà decisamente poco piacevole.
E sarà una terribile occasione per apprendere che la differenza fra volare e cadere è che nel secondo caso la destinazione è irreversibile e permanente.