Il Cyber Resilience Act (CRA), formalmente Regolamento (UE) 2024/2847, ha segnato una tappa fondamentale per la sicurezza digitale europea. Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 20 novembre 2024 ed entrato in vigore il 10 dicembre, il CRA fissa regole rigorose per i prodotti contenenti elementi digitali immessi sul mercato europeo.
La piena conformità dovrà essere raggiunta entro l’11 dicembre 2027, ma alcune disposizioni, come la notifica degli organismi notificati dal 11 giugno 2026 e gli obblighi di segnalazione di vulnerabilità dall’11 settembre 2026, anticipano l’applicazione.
Con il CRA, l’Europa impone un salto di qualità nella sicurezza informatica, coinvolgendo produttori, importatori e distributori e innalzando gli standard per un mercato digitale complesso, vasto e interconnesso.
Ecco perché questo regolamento fa parlare tanto di sé.
Il CRA abbraccia un ventaglio di prodotti più ampio di quanto si immagini. Dagli elettrodomestici “smart” ai dispositivi IoT, dai sistemi di controllo industriale ai
microprocessori, fino ad applicazioni e persino videogiochi digitali.
La regola è chiara: se un prodotto ha elementi digitali connessi a una rete, deve rispettare gli standard del CRA.
Finora, la mancanza di obblighi minimi di sicurezza significava esposizione a rischi elevati per consumatori, imprese e infrastrutture critiche. Con questo quadro normativo, invece, l’Unione Europea vuole garantire che nessun dispositivo digitale entri sul mercato senza un solido impegno in termini di cyber sicurezza.
Non rientrano nell’ambito dispositivi medici, veicoli e aeromobili già regolamentati, così come il software open source non commerciale, a tutela dei progetti volontari.
Il cuore del CRA è la sicurezza “by design and by default”: integrare protezioni efficaci e controlli robusti già nelle prime fasi di sviluppo, evitando configurazioni vulnerabili “di fabbrica”.
I produttori devono svolgere valutazioni di rischio continue, documentare ogni processo, rispondere tempestivamente a incidenti e garantire aggiornamenti regolari per tutta la vita del prodotto.
Questo approccio obbliga a un cambio di mentalità: la sicurezza non è più opzionale o delegata all’utente, ma un elemento essenziale che accompagna il prodotto dalla nascita alla fine.
Il Cyber Resilience Act si fonda su tre principi chiave:
Solo così si può costruire un sistema digitale più resiliente, in grado di prevenire attacchi e rispondere efficacemente ai problemi quando si presentano.
Il Regolamento coinvolge non solo i produttori, ma anche importatori e distributori. Questi ultimi, prima di mettere un prodotto sul mercato, devono verificare la conformità e, in caso di sospetti su prodotti non sicuri, bloccarne la vendita e informare le autorità competenti.
Questa catena di responsabilità rende più difficile che reti di prodotti vulnerabili trovino spazio, tutelando maggiormente gli utenti finali e favorendo una maggiore fiducia nelle tecnologie digitali.
Seguendo il modello “New Approach” europeo, il CRA definisce requisiti essenziali e lascia a enti tecnici come CEN, Cenelec ed Etsi l’elaborazione di norme armonizzate, volontarie ma importanti per la dimostrazione della conformità.
I prodotti sono classificati in base al rischio: i meno critici possono essere autocertificati, mentre i dispositivi “importanti” o “critici” richiedono la valutazione obbligatoria di organismi notificati e possono essere sottoposti a certificazioni formalizzate, come l’Eucc o le Common Criteria.
Le autorità di sorveglianza hanno poteri di ispezione e, in caso di non conformità, possono imporre richiamo o addirittura il ritiro dal mercato, con sanzioni pecuniarie fino al 2,5% del fatturato mondiale annuo.
Il Cyber Resilience Act è importante, perché oggi Internet of things e l’Industria 4.0 hanno connesso dispositivi e sistemi in modi mai visti prima: una singola falla può compromettere intere infrastrutture o catene produttive.
Stabilire un livello minimo di sicurezza per tutti i prodotti digitali riduce il pericolo di attacchi sofisticati e aiuta a costruire un mercato interno fondato sulla fiducia e sulla qualità.
Inoltre, il CRA crea una concorrenza più equa, premiando aziende che investono in sicurezza e innovazione e scoraggiando chi cerca di risparmiare a scapito della protezione.
Le scadenze chiave da ricordare sono: 11 giugno 2026 per la notifica degli organismi di valutazione, 11 settembre 2026 per la segnalazione degli incidenti, e il termine finale dell’11 dicembre 2027 per la piena conformità.
Per facilitare l’adozione, ENISA insieme alla Commissione Europea ha già fornito guide tecniche e lavora a ulteriori strumenti di supporto, creando un ambiente collaborativo per aziende di tutte le dimensioni.
Il Cyber Resilience Act (CRA) rappresenta molto più di una semplice norma: è una chiamata a ripensare in profondità il modo in cui concepiamo, progettiamo e gestiamo la sicurezza dei prodotti digitali.
In un mondo dove ogni dispositivo connesso può essere un punto di vulnerabilità, alzare la soglia minima di protezione diventa essenziale.
Chi riuscirà a integrare fin da subito i principi del CRA non solo rispetterà la legge, ma potrà posizionarsi come leader di un mercato digitale europeo più sicuro, sostenibile e competitivo.