Allarme della Repubblica Ceca: preoccupa la strategia di pre-posizionamento della Cina
捷克国家信息安全局将中国数据传输及远程管理资产的风险定为“高”,警告其对国家安全构成威胁。该国指出中国法律与党派组织对企业的干预与欧洲数据保护原则不符,并强调中国在全球范围内的网络间谍活动及技术渗透对关键基础设施构成系统性挑战。西方国家正采取措施应对这一威胁,强调数字主权的重要性。 2025-9-12 11:1:10 Author: www.cybersecurity360.it(查看原文) 阅读量:6 收藏

L’avviso emesso il 3 settembre scorso dall’Agenzia Nazionale per la sicurezza informatica e delle informazioni della Repubblica Ceca (NÚKIB) segna un punto di svolta.

Classificando come “Alto” il livello di minaccia derivante dal trasferimento di dati e dall’amministrazione remota di asset tecnici dalla Repubblica Popolare Cinese (RPC) e dalle sue Regioni Amministrative Speciali (RAS), questo documento non è un semplice consiglio tecnico, ma una chiara dichiarazione strategica che posiziona la sicurezza informatica al centro delle preoccupazioni geopolitiche del Paese.

L’allarme si inserisce in un quadro più ampio di attacchi informatici globali, come quelli condotti dal gruppo di hacker Salt Typhoon, che hanno recentemente colpito le reti di telecomunicazioni canadesi.

Pre-posizionamento Cina e vulnerabilità strategiche: l’allarme della Repubblica Ceca

La NÚKIB basa la sua valutazione su un’analisi approfondita che identifica diversi fattori di rischio. Il quadro giuridico della RPC, con leggi come la Legge sull’Intelligence Nazionale (2017) e la Legge sul Controspionaggio (2014), permette al governo di intervenire nelle operazioni delle aziende private e di costringerle a collaborare con le attività di spionaggio statale.

Questa ingerenza è ulteriormente rafforzata dalla presenza obbligatoria di organizzazioni del partito comunista cinese (Pcc) all’interno delle aziende. Questo contesto è ritenuto dalla NÚKIB incompatibile con i principi europei di protezione dei dati, come il GDPR.

L’alert ceco

L’avviso ceco è supportato da prove concrete di attività informatiche malevole. Il Servizio di Informazioni sulla Sicurezza (SIS) ha ripetutamente messo in guardia contro l’aumento delle tecnologie cinesi nelle infrastrutture critiche. Il governo ceco ha pubblicamente attribuito una campagna di cyberspionaggio contro il Ministero degli Affari Esteri al gruppo APT31, legato ai servizi di intelligence cinesi, a partire dal 2022.

L’avviso sottolinea che queste attività non sono isolate, ma fanno parte di una strategia globale. Lo dimostrano anche gli attacchi subiti da altri Paesi europei e alleati della Nato, tra cui il Belgio e il Regno Unito.

La tattica di Salt Typhoon e Volt Typhoon

Le tattiche della “zona grigia”, come il pre-posizionamento, sono centrali in questa strategia.

Gruppi come Salt Typhoon e Volt Typhoon non cercano una distruzione immediata, ma l’accesso persistente alle infrastrutture critiche per la raccolta di intelligence a lungo termine o per future operazioni di sabotaggio.

Questi attori prendono spesso di mira i “fornitori di servizi fidati” (TSP, MSP, fornitori di servizi cloud) per ottenere un accesso indiretto a numerose reti client, moltiplicando l’efficacia di una singola compromissione.

L’Agenzia ceca ha anche emesso questo avviso in considerazione della crescente influenza delle aziende statali cinesi nel settore delle infrastrutture critiche europee, come le reti energetiche e 5G.

Le risposte geopolitiche occidentali: approcci a confronto

Di fronte a queste minacce, le nazioni occidentali stanno adottando risposte diversificate.

  • Stati Uniti. Con una risposta robusta, gli Stati Uniti hanno attuato misure aggressive, come il divieto di Huawei e il programma “Rip and Replace” per rimuovere le apparecchiature considerate a rischio. Questo approccio ha agito da catalizzatore per altri Paesi che hanno imposto restrizioni simili, come Australia, Nuova Zelanda e Canada.
  • Italia ed Europa. La situazione in Europa è più complessa a causa della significativa interdipendenza economica e tecnologica con la Cina. Nonostante l’adozione dell'”EU 5G Cybersecurity Toolbox” per rafforzare la sicurezza delle reti 5G, la sua attuazione è stata eterogenea e lenta a causa degli alti costi e della limitata disponibilità di alternative. L’Italia, tuttavia, ha utilizzato il suo regime di “Golden Power” per salvaguardare gli interessi nazionali in settori strategici, dimostrando un riconoscimento della necessità di privilegiare la sicurezza nazionale rispetto alla pura liberalizzazione del mercato. Anche altri Paesi come la Germania, i Paesi Bassi e l’Australia hanno adottato misure per affrontare i rischi derivanti dal trasferimento di dati verso la RPC.

La battaglia per la sovranità digitale

L’avviso della NÚKIB, che fa eco alle preoccupazioni della Strategia di Sicurezza della Repubblica Ceca del 2023, evidenzia che la minaccia cinese è una “sfida sistemica fondamentale” per le democrazie.

La lotta in corso non riguarda solo la protezione dei dati, ma la capacità di una nazione di controllare il proprio destino digitale, una questione di sovranità. Il documento ceco identifica anche la volontà della RPC di controllare il traffico di dati globale.

Rafforzare la resilienza in questo contesto richiede un approccio multidimensionale, che va oltre le misure difensive tradizionali.

La diversificazione dei fornitori, una stretta collaborazione pubblico-privato e l’implementazione di standard di sicurezza robusti e investimenti in R&S sono essenziali per proteggere le infrastrutture critiche.

Prospettive future

Il futuro della politica industriale e della sicurezza nazionale sarà sempre più interconnesso.

La sfida per l’Occidente è trovare un delicato equilibrio tra i benefici economici del commercio globale e l’imperativo strategico di proteggere le proprie infrastrutture digitali vitali, garantendo la propria sovranità in un’era di crescente competizione geopolitica.


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