La Direttiva NIS 2 rappresenta un salto di qualità nel quadro normativo europeo della cybersicurezza, poiché introduce obblighi più articolati per un numero significativamente ampliato di soggetti.
Il recepimento in Italia con il D.Lgs. 138/2024 ha confermato un principio ormai chiaro: la sicurezza informatica non può essere circoscritta ai soli soggetti “essenziali” e “importanti”, ma deve estendersi a tutti i livelli della catena di fornitura.
In un contesto in cui la sicurezza della catena di approvvigionamento è ormai parte integrante della compliance normativa, il fornitore non è più un attore passivo. Anzi, è chiamato ad adottare misure concrete di protezione e a documentare le proprie capacità in termini di resilienza nonché a collaborare attivamente con i clienti per garantire la sicurezza dell’intero ecosistema digitale.
Ecco come i fornitori possono trasformare tali obblighi in un vantaggio competitivo, attraverso l’adozione di standard internazionali, processi strutturati e una governance della sicurezza orientata alla fiducia.
Dopo aver esaminato il tema della supply chain dal punto di vista del committente, concentrandoci sugli strumenti, le clausole contrattuali e le verifiche necessarie per garantire la sicurezza dei propri fornitori, ora spostiamo intenzionalmente il punto di osservazione verso la prospettiva del fornitore.
Questi – pur potenzialmente non rientrando nel perimetro diretto della Direttiva – si trova coinvolto in modo concreto, e spesso stringente, dalle richieste dei propri clienti regolamentati.
Alla luce dell’art. 21 della Direttiva NIS 2 e del corrispondente art. 24 del D.Lgs. 138/2024, i fornitori sono oggi chiamati a dimostrare adeguate misure di sicurezza, capacità di risposta agli incidenti e continuità operativa.
Non si tratta solo di un adempimento, ma di una vera e propria leva strategica per distinguersi nel mercato. Ora vedremo come questa nuova consapevolezza può tradursi in azioni concrete, difendibili e vantaggiose.
Lo spirito della NIS 2 non è unicamente punitivo o restrittivo, ma promuove un miglioramento continuo della sicurezza informatica su scala europea.
Per i fornitori, ciò può trasformarsi in un vantaggio competitivo. Infatti, un’azienda che dimostri di possedere solide misure di cyber-protezione, di aggiornare regolarmente le proprie procedure di risk management e di rispondere con efficacia alle richieste dei clienti può differenziarsi in un mercato in cui la fiducia e la resilienza tecnologica diventano fattori sempre più importanti.
La Direttiva NIS 2 e il relativo Decreto di recepimento mettono in luce come la sicurezza non sia un attributo circoscritto alla singola organizzazione, ma debba estendersi all’intera catena di approvvigionamento.
Eventuali vulnerabilità presso un fornitore possono avere impatti devastanti lungo tutta la filiera, compromettendo l’operatività e la reputazione dell’azienda cliente.
L’art. 21 della NIS 2 e il correlato art. 24 del D.Lgs.138/2024 specificano che le organizzazioni che rientrano nel perimetro di applicazione della normativa devono prestare particolare attenzione alla sicurezza dei rapporti con i propri fornitori, siano essi fornitori diretti o fornitori di servizi.
Questo include:
Nel caso in cui i requisiti non vengano soddisfatti o emerga una situazione di pericolo, le organizzazioni possono adottare misure correttive, che potrebbero spingersi fino alla risoluzione del contratto.
Per i fornitori, adeguarsi agli standard di sicurezza legati alla NIS 2 significa adottare un sottoinsieme – talvolta più ristretto, talvolta più esteso, a seconda delle richieste contrattuali del cliente – delle misure previste per i soggetti essenziali e importanti.
Vediamo di seguito quali sono le principali aree su cui concentrarsi.
Un primo passo fondamentale è rappresentato da una gap analysis. Si tratta di un processo volto a confrontare i requisiti di sicurezza richiesti (dal cliente o dalla normativa) con le misure già in essere presso il fornitore.
Questa analisi permette di individuare criticità, definire priorità d’intervento e pianificare le risorse necessarie.
Il processo si sviluppa attraverso:
Per rispondere in modo efficace alle crescenti esigenze di sicurezza espresse dal mercato e per offrire ai clienti garanzie oggettive sul livello di protezione delle informazioni, un’organizzazione può adottare standard internazionali riconosciuti, primo fra tutti la norma ISO/IEC 27001:2022.
Tale norma, insieme alle linee guida della famiglia ISO/IEC 27000, rappresenta un riferimento consolidato per strutturare un sistema di gestione della sicurezza delle informazioni solido e conforme alle migliori pratiche.
Al centro di questo approccio vi è la predisposizione di un sistema di gestione della sicurezza delle informazioni (I), che consente di affrontare i rischi in modo sistematico, documentabile e misurabile.
Un Isms ben progettato e mantenuto garantisce che le politiche e le misure di sicurezza siano coerenti con gli obiettivi aziendali e che possano essere monitorate nel tempo.
L’intero sistema si fonda sul modello ciclico Plan–Do–Check–Act (Pdca), che promuove un miglioramento continuo: si pianificano le azioni, si implementano, se ne verifica l’efficacia e si interviene per correggere o ottimizzare.
Questa logica ciclica permette all’organizzazione di adattarsi con prontezza all’evoluzione delle minacce, all’aggiornamento dei requisiti normativi e ai cambiamenti del contesto interno ed esterno.
Oltre alla funzione tecnica e organizzativa, la certificazione ISO/IEC 27001 svolge anche un ruolo strategico. Essa rappresenta un segnale tangibile di affidabilità, rafforza la reputazione aziendale e costituisce un vantaggio competitivo in mercati sempre più sensibili al tema della sicurezza.
Essere certificati significa distinguersi, rafforzare la fiducia di partner e clienti, e presentarsi in modo credibile nei confronti di stakeholder e committenti, anche in contesti di gara.
Con l’avvento della NIS 2, molti clienti potrebbero introdurre Service level agreement (SLA) e Data Protection Index (DPI) più restrittivi, volti a misurare la qualità e la sicurezza dei servizi offerti dal fornitore. In particolare potrebbe essere richiesto di:
Uno dei pilastri della NIS 2 è l’obbligo di dotarsi di piani di business continuity e di procedure per la gestione degli incidenti in ambito sicurezza.
La ISO 22301:2019 rappresenta il principale standard internazionale per l’implementazione di un sistema di gestione della continuità operativa.
Occorre evidenziare che anche i fornitori possono trarre vantaggio da questa certificazione, poiché:
La Direttiva NIS 2 richiede la predisposizione di procedure di incident management che includano:
Per assicurare il mantenimento delle misure di sicurezza e della conformità alle richieste dei clienti, i fornitori dovrebbero svolgere regolarmente audit interni.
Questi controlli dovrebbero estendersi non soltanto alle misure tecniche e organizzative, ma anche ai requisiti contrattuali.
Il fornitore dovrebbe eseguire sistematicamente:
La Direttiva NIS 2, inizialmente percepita come un ulteriore onere burocratico, offre in realtà un’opportunità strategica per i fornitori che scelgano di elevare i propri standard di sicurezza informatica.
La possibilità di adottare – e di certificarsi secondo – standard internazionali come ISO/IEC 27001 e ISO 22301, di implementare processi di gap analysis, di pianificare la business continuity e di strutturare efficaci procedure di gestione degli incidenti rappresenta, certamente, un valore aggiunto, in grado di accrescere la fiducia dei clienti e di differenziare la propria offerta sul mercato.
In un contesto in cui gli attacchi informatici sono in costante evoluzione, i requisiti della NIS 2 diventano così un potente riferimento verso una sicurezza più matura, collaborativa e condivisa.
Chi investirà per tempo in questa direzione non solo soddisferà le richieste di legge, ma potrà proporsi come fornitore d’eccellenza, capace di offrire un servizio resiliente, affidabile e al passo con le nuove sfide del panorama cyber.
Un’implementazione vincente delle misure che abbiamo proposto si traduce in responsabilità e vantaggio competitivo. I fornitori che colgono il messaggio della NIS 2 e si conformano attivamente, dimostrano di possedere una visione lungimirante, mirata alla protezione delle informazioni dei propri clienti e alla stabilità dei processi di business.
In conclusione, la sicurezza informatica non è più soltanto una necessità, ma diventa il vero e proprio motore della fiducia e della crescita sostenibile all’interno dell’Unione Europea.